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  • Immagine del redattoreGiada

La storia di Alessandra e Liliana


Andra (Alessandra) e Tatiana (all’anagrafe Liliana) Bucci avevano quattro e sei anni quando sono state deportate nel campo di sterminio di Auschwitz insieme ad una buona parte della loro famiglia.

I ricordi di quel periodo buio della loro vita sono a tratti nitidi. L'arresto in una sera di fine marzo del 1944; il pianto della nonna che in ginocchio prega l'ufficiale delle SS di prendere solo lei e non le bambine; il viaggio estenuante verso Auschwitz a bordo di un vero e proprio carro per il bestiame e quel numero impresso sulla pelle che Andra, nonostante tutto, non vuole cancellare. “É un segno che in fondo ce l'abbiamo fatta, che siamo riuscite ad uscirne - racconta nell'intervista realizzata da Federico Taddia -. Abbiamo vinto noi, che siamo rimaste, che siamo tornate, che raccontiamo”. Le due bambine sono riuscite a sopravvivere a quell'orrore grazie a una guardiana della “baracca dei bambini” che aveva preso a cuore le loro vite, salvandole dagli esperimenti del dottor Mengele. Non solo ricordi nella mente di Andra e Tatiana, ma anche tanti rimorsi che fanno ancora male, a distanza di anni. Uno fra tutti: l'aver rifiutato ogni contatto fisico con la madre che non riconoscevano più perché profondamente cambiata nell'aspetto dalle privazioni disumane del campo di sterminio.

ALESSANDRA E LILIANA BUCCI OGGI

Oggi Andra e Tatiana sono felicemente nonne, hanno ricostruito tassello dopo tassello la loro vita ma non dimenticheranno mai quello che hanno subito e continuano ad essere testimoni di quella tragedia per fare in modo che quello che è stato non riaccada mai più.



📸 Foto 1 Le sorelle Bucci e un cugino da Wikipedia

📸 Foto 2 Le sorelle Bucci oggi fonte Ugei




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