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Le origini del conflitto


Non è la prima volta che si creano tensioni tra la Russia e la vicina Ucraina. Pur essendo diventata indipendente dal 1991, infatti, l'ex repubblica sovietica dell'Ucraina è sempre stata percepita dalla Russia come parte della propria sfera d'influenza.

La mattina del 27 febbraio 2014, alcune unità speciali di polizia della Crimea e di altre regioni dell'Ucraina, che erano state sciolte il 25 febbraio, occuparono dei punti chiave nell'istmo di Perekop e nella penisola di Čonhar. Secondo il parlamentare ucraino Hennadij Moskal’, ex capo della polizia della Crimea, queste forze speciali erano armate di armi pesanti come fucili d'assalto, mitragliatrici e lanciagranate. Da quel momento, questo gruppo ottenne il controllo di tutto il traffico via terra tra la Crimea e l'Ucraina continentale. A seguito della rimozione del presidente ucraino Viktor Janukovyč (avvenuta il 22 febbraio 2014), a partire dal 28 febbraio iniziarono a giungere in Crimea gruppi di soldati russi senza insegne (i cosiddetti "omini verdi") che presero il controllo di una serie di posizioni strategiche ed infrastrutture in Crimea. Il 1 marzo 2014, il Consiglio della Federazione Russa decise di adottare all'unanimità una risoluzione sull'uso delle forze armate della Federazione Russa sul territorio dell'Ucraina.

L’oggetto del contendere era già nel 2014 la penisola di Crimea, proclamata indipendente il 1 marzo 2014 e annessa poi alla Russia il 18 marzo 2014.

Al contrario, l’Onu riconosce la Crimea come Ucraina e l’Unione Europea non ne riconosce né l’indipendenza né l’annessione alla Russia.

Ph. La Stampa

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