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  • Claudia

BLU - Il cuore


Lui era il primo: il primo che aveva attirato subito la mia attenzione, il primo a cui pensavo ininterrottamente, il primo che aveva messo in disordine quel noioso ordine della mia vita. Lui era la prima persona che era riuscita a farmi provare qualcosa, non so bene cosa, ma era davvero strano, davvero bello. Era il primo che ho cercato fin da subito una volta entrata in questo ospedale, lo cerco nei volti degli altri.

Durante una mia giornata di lavoro vedo molte persone entrare e uscire dalle mura di quest’edificio, ma lui non è mai tra queste. Vedo persone che stanno insieme, felici; persone sole, ma il cui sguardo urla chiaramente che là fuori c’è qualcuno che le aspetta; poi c’è chi gli assomiglia, ma non è mai lui.

Non l’ho mai più rivisto, ma i ricordi che ho di lui lo faranno vivere per sempre dentro di me. Quando lo vedevo in quel cupo corridoio e il mio cuore avvertiva un dolore necessario, indispensabile, perché dopo averlo provato una volta, senza è impossibile vivere.

Quel dolore era davvero incomprensibile, era pacato, ma asfissiante; era lento, ma la velocità dei miei pensieri, mentre tagliavano come lame il sottile strato della mia felicità, lacerandolo tristemente, erano al contrario molto veloci.

Erano quelle contrazioni cardiache che mi hanno fatto capire che lo amavo, se proprio devo definire questo sentimento.

Amavo infatti i suoi occhi, sembravano così vivi ed erano semplicemente suoi; amavo le sue spalle, la sua schiena e il modo in cui camminava, sembrava stanco della sua vita, una stanchezza che avevo già visto e percepito prima; amavo le sue labbra e quel sorriso che ospitavano.

Il dolore che provava il mio cuore nel momento in cui lo vedevo mentre era solo, era molto diverso rispetto al dolore che avvertivo nel vederlo vivere la sua vita. Mi faceva così male pensare che a lui non importasse di andare avanti con o senza di me, bensì ciò che gli importava era che lei gli rimanesse vicino, nello stesso momento in cui io lo desideravo vicino a me.

Il modo in cui il mio cuore si contorceva e bruciava lentamente a sapere la verità e ad accettarla, quasi mi spaventava. Ero davvero così legata a lui? Il mio cuore si consumava davvero così tanto ogni volta che notavo che lui non era come volevo che fosse?

Tuttavia, se potessi parlare con quella ragazza, che conosco così bene, le direi che mi dispiace. Nessuno l’ha mai fatto, sono sicura che le piacerebbe. Le direi che mi dispiace che sia cresciuta troppo in fretta, che abbia amato qualcuno così tanto da farle mancare il respiro, che nessuno l'abbia aiutata. Le chiederei di guardarmi bene, perché è così che sarebbe diventata un po’ di anni dopo.


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