top of page
  • Claudia

L'angolo Blu - Lo stomaco


Non avevo mai realizzato prima che non vivremo in eterno, che un giorno non avrei più avuto tempo di fare quello che avrei voluto fare e che ci sarà un ultimo giorno, un’ultima sera, un’ultima notte. Non avevo mai pensato a questo, così continuavo a torturare il mio corpo non preoccupandomi delle conseguenze.

Guardavo sempre tutte quelle persone perfette e amate da tutti, ho solo provato a essere come loro. Volevo solo essere amata. Così, ogni volta che pensavo a loro, mi passava la fame. Non avrei mangiato, così sarei potuta essere più bella e maggiormente accettata. In realtà non avevo nemmeno voglia di mangiare, non avevo voglia di perdere tempo per pensare alla mia salute. Più la fine di noi si avvicinava, più lui se ne andava, più tutto finiva e più mi distraevo da me stessa per dare tutte le mie attenzioni a lui e ormai non ricordavo più cosa volesse dire avere fame. Non stavo male, mi piaceva l’idea di star facendo qualcosa di concreto per migliorarmi, o meglio, per assomigliare ad altri.

Senza aver fatto cena mi stendevo su quel letto e non avevo la forza di rialzarmi; mi stendevo su quel letto e mi chiedevo come fosse possibile che io amassi qualcuno così tanto senza avergli nemmeno parlato troppo. Mi stendevo su quel letto e per un attimo amavo la mia vita, quello dopo la odiavo nuovamente, ma poi ritornavo ad amarla in qualche modo. C'erano dei periodi o delle situazioni che mi provocavano inspiegabilmente un senso di nausea e impotenza, come se la vita che stavo vivendo in quel momento non fosse mia. Quando dico di amare la mia vita di allora, intendo semplicemente che in qualche modo mi sento me stessa. Mi stendevo su quel letto e mi addormentavo, tardi, quando tutti già dormivano da un po’ e c’era ormai finalmente silenzio. Lo sognavo quasi ogni notte, o almeno appariva in ogni sogno di cui mi ricordassi una volta svegliata.

Nei sogni non c’erano problemi, tutti erano come mi immaginavo che fossero e un motivo per cui ho sempre avuto paura della realtà è proprio questo: le persone sarebbero potute essere diverse da come le immaginavo e, a quel punto, non avrei saputo come comportarmi.

Crescendo ha sempre fatto tutto meno male di quanto facesse prima, mi sono abituata lentamente alla sensazione di essere viva e di dover vivere per qualcosa o qualcuno.

Gli anni sono passati velocemente e ora sono qua, sono viva e se dicessi che non mi manca la mia vecchia vita mentirei: mi manca vederlo, eppure sono passati anni; mi manca sentire la sua voce, nonostante non la ricordi più; mi manca amarlo. Odio il fatto che se ne sia andato prima che capissi di non avere a disposizione tutto il tempo della mia vita e odio il fatto che lui sia da qualche parte in questo mondo con qualcuno che non conosco e non saprei nemmeno da dove iniziare a cercarlo. Evidentemente doveva andare così, doveva andarsene; non era destino che ci parlassimo e che ci innamorassimo, perché se avessimo dovuto farlo lo avremmo fatto; dovevamo invece guardarci, ma non dovevamo fare un passo avanti per avvicinarci. Nessuno dei due l’ha fatto. Se fosse dovuto succedere sarebbe successo.

Ora ho tutto quello che mi ero ripromessa di avere, ma avrei tanto voluto avere anche lui e avrei voluto anche piacergli, ma purtroppo non sono riuscita a diventare quella ragazza che forse ora lo sta aspettando a casa con i suoi figli e che, probabilmente, lo rende più felice di quanto avrei potuto fare io.

1 visualizzazione0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

BLU

bottom of page